Parlando con un amico, ieri sera, lo stesso ha iniziato a farmi delle domande su come si sviluppa l'uva prima di diventare vino e le sue fasi, allora, dopo avendolo accontentato, ho deciso di pubblicare un piccolo riassunto inerente il ciclo della vite ed il suo percorso.
CICLO DELLA VITE
Il germogliamento e,
quindi, lo schiudersi delle gemme, avviene in tardo inverno o inizio primavera
(compatibilmente con la pazzia delle stagioni, si hanno a volte germogliamenti
precoci che vengono poi disturbati da ricadute di temperature nei mesi
successivi). L’uscita del germoglio avviene grazie alla temperatura esterna,
che per la vite è di minimo 10°C, ed è determinata dalla vigoria delle viti,
dalle forme di allevamento delle vigne e dalla densità di impianto e potatura.
Da
questo momento il picco vegetativo si sviluppa velocemente fino a metà giugno:
non è difficile rendersi conto di questo spettacolo naturale se ci si ferma a
guardare la meraviglia dei terreni coltivati o delle colline ricamate di filari
che via via che il tempo migliora si fanno più verdi e rigogliose.
Poco
prima del germogliamento si effettua la potatura, in questo momento si verifica
il fenomeno detto “pianto della vite”, cioè l’emissione di liquido dai tagli
della potatura che avviene perché il metabolismo della pianta comincia a
riattivarsi: è un fenomeno facilmente visibile se si visita un vigneto e molto
commovente perché ci si rende conto che la pianta è viva.
La
fioritura avviene tra fine aprile e giugno (complice anche qui
l’andamento delle stagioni e le variabili climatiche) e si tratta, come dice il
termine, della comparsa e sviluppo dei fiori della vite, dai quali verranno a
formarsi gli acini.
Diverse
sono le condizioni che permettono una buona fioritura, tra le quali ovviamente
una buona insolazione, l’attività fotosintetica, il riparo da agenti patogeni
(peronospora o insetti) e le buone pratiche colturali.
Una
curiosità: la vite può essere impollinata per via anemofila, cioè grazie al
trasporto del polline da parte del vento o delle api: è così che, si dice,
siano nati alcuni vitigni come il Carmenere. Inoltre, la vite può essere
sottoposta a fecondazione incrociata, di cui un esempio felice è l’Incrocio
Manzoni (nato da Riesling Renano e Pinot bianco).
L’allegagione è
la trasformazione dei fiori fecondati in bacche o acini e avviene di solito
verso luglio. Purtroppo anche in natura non tutti i fiori fecondati daranno
vita ad una bacca, e si potranno avere differenti fenomeni derivanti da una
sorta di autoregolazione della pianta per non disperdere proprietà nutritive o
in caso di avversità climatiche. Avremo quindi la “colatura”, se fiori e bacche
cadranno naturalmente, la “filatura”, se si trasformano in viticci o
l’”acinellatura” in caso di arresto di crescita di acini già formati.
L’invaiatura è la fase di
colorazione della bacca. I frutti che avranno superato le varie prove che madre
natura ha posto loro davanti cominciano a colorarsi di rosso o giallo, a
seconda della famiglia di appartenenza. Cominciano a crescere, e i grappoli a
prendere forma. In questo momento le uve hanno la buccia dura, sono cariche di
acidi e pochissimi zuccheri.
Agostamento
E'
la fase di maturazione dei germogli che da verdi diventano marroni (in Italia
mediamente tra luglio e agosto), cioè lignificano diventando tralci. Una
corretta lignificazione dei tralci è un fattore determinante per la resistenza
al freddo invernale e per la ripresa vegetativa in primavera.
La fase finale, la maturazione,
dura 40-50 giorni durante i quali si modificano le percentuali di zuccheri
maturati (dal 2% al 20%) e di acidi presenti (da 30g/l a 6-7g/l), le bucce
diventano via via più tenere, le uve raggiungono la maturazione fisiologica e
sono pronte per essere vendemmiate a seconda dell’uso che se ne farà. Una base
spumante verrà raccolta poco prima della completa maturazione a causa
dell’acidità più elevata, ottimale appunto per creare spumanti. Per un rosso da
invecchiamento, invece, la raccolta sarà ritardata così da permettere un
maggior carico di tannino e zuccheri.È in questo periodo di trasformazione che
sulle bucce verrà a formarsi la “pruina”, una sostanza cerosa bianca che
protegge gli acini dagli agenti atmosferici e che ha la capacità di trattenere
alcuni microorganismi portati dal vento: i lieviti.
Nessun commento:
Posta un commento